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Non hanno tutti i torti commercianti ed imprenditori che se ne stanno alla larga dal commercio elettronico (e-commerce). Le nuove tecnologie (ed i nuovi paradigmi) sono tutt’altro che facili e la pandemia, è vero che ha accelerato il processo di cambiamento, ma è anche vero che ha messo anche tanta carne al fuoco nel giro di pochi mesi.

Poi c’è la crisi. La Romagna chiuderà il 2020 con una diminuzione del valore aggiunto superiore al 10% (ultimo dato ufficiale 10,3%).

Ad ogni modo – così come ha dichiarato il presidente della Camera di commercio della Romagnama, Alberto Zambianchi – “la situazione attuale è indubbiamente molto complessa certo non senza soluzioni”. La pandemia – ha anche aggiunto – ha portato con sé un’occasione di innovazione dirompente, obbligandoci a rivoluzionare modelli che credevamo indiscutibili e facendo emergere ulteriori risorse e potenzialità. Un esempio su tutti, il balzo in avanti della digitalizzazione del Paese e delle imprese, ambito in cui l’Italia si trovava in una posizione arretrata rispetto ad altre economie simili. Questo è un cambiamento sociale e culturale, che occorrerà governare, ma è una sfida che possiamo vincere e che potrà incrementare crescita e sviluppo”.

Ma quanto e-commerce c’è in Romagna nel commercio al dettaglio?

Il bicchiere può essere visto mezzo pieno o mezzo vuoto.

Il dato positivo è che rispetto al 29/02/2020 (mese precedente al lockdown delle imprese) le imprese che svolgono e-commerce sono cresciute di quasi il 20% (19,6%). Tuttavia nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono soltanto 390 le imprese che lo mettono in atto, pari al 4,4% del totale delle attività del commercio al dettaglio.

Una percentuale davvero bassa. Che, come scrivo in apertura, può essere in parte compreso. Per chi è a digiuno di nuove tecnologie, la barriera può sembrare insormontabile.

Ovviamente la situazione è ben diversa. Certo si deve agire gradualmente e le opportunità di autoformazione non mancano.

E’ la stessa Camera di Commercio che fornisce tanti strumenti utili per muovere i primi passi.

Credo che ormai non ci siano più dubbi. Restrizioni o meno, la società sta cambiando rapidamente e l’e-commerce diverrà anche in Italia un canale di primaria importanza nella generazione dei consumi.

Già nel 2019 si parlava di 18,1 miliardi di euro di transato (+21% rispetto al 2018) con 281 milioni di ordini e a uno scontrino medio di circa 66 euro. Un dato che, da solo, sostiene la tesi secondo la quale l’eCommerce (B2C) può davvero rappresentare il motore di crescita e
innovazione del settore retail.