Era il 5 dicembre del 2013 quando Legacoop Romagna prese vita dall’unione delle cooperative aderenti alle associazioni di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena. Oggi rappresenta circa 380 imprese associate, con un valore della produzione di oltre 6 miliardi di euro, oltre 300mila soci (incluse tutte le tipologie di soci: lavoratori, produttori, consumatori) e circa 24mila lavoratori.
A dieci anni esatti di distanza, Legacoop Romagna il 5 dicembre scorso a Cesenatico ha celebrato il decennale con un convegno. I lavori sono stati aperti dal presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi a cui sono seguito gli interventi della vicepresidente, Romina Maresi, e del presidente regionale di Legacoop, Daniele Montroni. Dopo il saluto del sindaco Matteo Gozzoli, è stata presentata la ricerca sull’andamento e le previsioni economiche curata da Simona Benedetti, coordinatrice dell’attività sindacale di Legacoop Romagna. A seguire la tavola rotonda con il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il presidente di Legacoop nazionale, Simone Gamberini, il responsabile del centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna, Guido Caselli, e il giornalista Andrea Rinaldi. Ha coordinato la giornata la vicepresidente di Legacoop Romagna, Giorgia Gianni.
“Abbiamo deciso di organizzare questo evento in occasione dei nostri dieci anni, non per guardare al passato, del quale peraltro siamo orgogliosi — ha dichiarato il presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi — ma per tenere lo sguardo bene aperto sul futuro. Molte cose sono state fatte, tra cui l’unificazione del sistema dei servizi, e molte altre rimangono in agenda, per continuare ad offrire alle cooperative la migliore rappresentanza possibile. Ma questa fase economica e sociale così complessa merita, da parte della comunità dei cooperatori romagnoli, uno sguardo ancor più innovativo e responsabile”.
I dati emersi dalla ricerca.
Tra le preoccupazioni principali da parte delle cooperative la difficoltà a trovare lavoratori (42,7%), i costi energetici (40,6%), l’inflazione e il costo del denaro (34,4%) e il finanziamento dei servizi pubblici essenziali (20%). Bene il 2023, con quasi nove imprese su dieci in utile o in pareggio.
Per il 2024, il 58% delle cooperative romagnole stima un aumento del valore della produzione, con un picco del 73% nelle cooperative che superano i 100 milioni di fatturato; bene anche le imprese con un fatturato compreso fra i 50 e i 100 milioni (67%), mentre soffrono di più le piccole (54%) e medie cooperative (la crescita si attesta al 58%).
Il settore più pessimista è quello agroalimentare (38% di previsioni positive), che però nel prossimo triennio prevede di investire nell’81% dei casi (contro il 64% della media), un picco dovuto alla necessità di contrastare la crisi climatica. Previsioni ottimistiche per servizi (65%), produzione (63%), culturali (75%) e sociali (60%).
Per quanto riguarda l’anno in corso, il 64% delle imprese associate dichiara che chiuderà in utile, il 23% in pareggio e il 13% in perdita. Nel comparto agroalimentare, la percentuale positiva si abbassa al 58% (complici, anche qui, le catastrofi naturali), mentre si alza al 75% nei Servizi, che confermano i bilanci degli ultimi anni.