Nerio Alessandri di Technogym è sul podio nella classifica dei 30 leader più seguiti su LinkedIn. Lo certifica la società di consulenza di reputazione digitale Pubblico Delirio sul nuovo report Social CEO Lab 2023, il report sulla comunicazione dei CEO italiani su LinkedIn, oltre ai dati, approfondisce stili di comunicazione, strategie editoriali e risultati quali-quantitativi raggiunti nel periodo di riferimento.

Nella Top 30 dei più seguiti, ben ventuno manager sono Group CEO. “CEO di grandi aziende focalizzate sul mercato italiano, multinazionali con Headquarter in Italia ma anche Top Manager italiani alla guida di una multinazionale straniere” – racconta Stefano Chiarazzo, fondatore di Pubblico Delirio e autore per FrancoAngeli del libro “Social CEO. Reputazione digitale e brand advocacy per manager che lasciano il segno” – “Nel bene e nel male, hanno più riflettori puntati e un’audience più ampia a cui comunicano spesso in inglese o in più lingue”.

 

I dati.

I 30 leader aziendali più seguiti su LinkedIn hanno in media 41.900 follower: dato in aumento di 12.600 rispetto a luglio 2022 trainato dall’accelerazione della crescita dei Top 5, che crescono mediamente di 35mila follower. Stabilmente sul podio, Stephan Winkelmann di Automobili Lamborghini (174.200, +52.600), Luca De Meo di Renault Group (122.300, +28.400) e Nerio Alessandri di Technogym (95.400, +25.600).

Tante le sorprese nel resto della Top 10: Cristina Scocchia di Illycaffè (70.500, +28.800) guadagna tre posizioni e si posiziona quarta mentre Claudio Domenicali di Ducati (70.100, +40.000) ne scala sei ed entra nei 10 direttamente al quinto posto. Giampaolo Grossi di Starbucks Italia con i suoi 60.500 follower (+12.000) perde dunque due posizioni e si deve guardare dal maggiore aumento di Andrea Pontremoli di Dallara (51.500, +18.100). Rallentano Francesco Starace di Enel Group (47.600, +3.200) e Corrado Passera di Illimity Bank (47.300, + 1.600), rispettivamente ottavo e nono. Chiude Bartolomeo Rongone di Bottega Veneta (45.700, +15.000). Per la prima volta fuori dai dieci Claudio Descalzi di ENI (45.400, +4.200).

Entra direttamente in 14° posizione Giorgio Santambrogio (32.700 follower) di Gruppo Végé, segnalato dopo la scorsa analisi. Rientra al 20° posto Fabrizio Palermo (21.400), ex Cassa Depositi e Prestiti, dopo la nomina ad Amministratore Delegato di Acea. New entry al 28° anche Andrea Guerra (16.200), che ha recentemente assunto la guida di Prada Group. Clamorosa l’impennata di Pietro Innocenti di Porsche Italia che sale di 32 posizioni e conquista la 19° piazza (21.500, +16.100).

Tra le donne CEO in classifica, oltre alla Scocchia, troviamo Elena Goitini di Gruppo BNP Paribas Italia (25.200, +14.400) che grazie ad un incremento di più del doppio di follower cresce di 9 posizioni e sale al 16° posto, appena sopra a Silvia Candiani di Microsoft Italia (24.100; +3,600). Scendono rispettivamente di dieci e undici posizioni Alessandro d’Este di Ferrero Italia (27°) e Marco Sesana di Generali (29°), praticamente inattivi negli ultimi quattro mesi.

Tra le novità del 2023 la Top 50 disponibile sul sito pubblicodelirio.it. Si distinguono per crescente impegno e conseguente aumento di follower anche Melissa Peretti di Google Italia (10.900, + 8.700, 38° posto) che ha scalato ben 62 posizioni, e Luigi Ferraris di Ferrovie dello Stato (14.100, +9.400, 31°). Tra i nomi nuovi, altri due protagonisti del mondo tech, Adriano Accardo alla guida di TikTok Italia (13.600, 32°) e Marcello Albergoni (8.200, 44°) di LinkedIn Italia. E poi ancora Automotive, con Davide Grasso di Maserati (10.800, 39°) e Radek Jelinek (7.800, 47°) di Mercedes Benz Italia.

Il Gruppo Teddy, che controlla i marchi Terranova, Rinascimento, Calliope, Kitana e QB24Teddy, tra i leader internazionali nel settore dell’abbigliamento, è tra le 16 aziende vincitrici per la prima volta della quinta edizione del Best Managed Companies Award, il premio per le eccellenze imprenditoriali promosso da Deloitte Private, con la partecipazione di ALTIS Università Cattolica del Sacro Cuore, ELITE-Gruppo Euronext e Confindustria Piccola Industria.

Nell’assegnare il premio sono stati valutati sette fattori di successo: “Strategia”, “Competenze e innovazione”, “Impegno e Cultura aziendale”, “Governance e misurazione delle performance”, “Sostenibilità”, “Filiera” e “Internazionalizzazione”.

Il premio è stato assegnato da una giuria di esperti composta da: Fabio Antoldi, professore ordinario di Strategia aziendale presso ALTIS Università Cattolica del Sacro Cuore; Renato Goretta, membro del Consiglio di Presidenza Nazionale di Piccola Industria di Confindustria; Marta Testi, CEO di Elite-Euronext. La cerimonia di premiazione si è svolta martedì 4 ottobre a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana-Euronext.

“Questo premio ci fa molto piacere perché giunge al termine di un periodo molto complesso in cui non esistevano ricette consolidate per la gestione d’impresa delle aziende retail. Si tratta sicuramente di un riconoscimento per il lavoro di tutti i collaboratori del Gruppo” – ha affermato Alessandro Bracci, Amministratore Delegato di Teddy (foto). “Abbiamo trovato una nostra strada che ha tratto linfa dal nostro modo di essere, dalla nostra cultura aziendale e dalla straordinaria passione e dedizione dei nostri collaboratori. Questo ci ha consentito di continuare a ritmi sostenuti l’espansione dei punti vendita e di concentrarci su digitale e sostenibilità, due nuovi importanti capitoli della nostra storia che ci stiamo dedicando a sviluppare“.

Nel 2022 sono 79 le “Best Managed Companies” (BMC) premiate da Deloitte Private. Presenti da Nord a Sud, le BMC sono più numerose in Lombardia (28% del totale), Emilia-Romagna (16%) e Piemonte (13%). Il 53% delle BMC sono imprese del settore manifatturiero. Metà delle aziende sono a conduzione familiare, una su 10 è quotata in Borsa e il 18% è partecipata da un fondo di Private Equity.

Gruppo Teddy: i dati della crescita 2021

Il Gruppo, che ha affrontato con determinazione le sfide poste dalla pandemia del Covid-19, nel 2021 ha avuto ricavi consolidati pari a 540,2 mln (+9,3% rispetto al 2020). Sul fronte della redditività, l’EBITDA Adjusted (considerando cioè l’effetto dei cambi di valuta) nel 2021 è cresciuto del 61,9% pari a 60 mln rispetto a 37,1 del 2020 (incidenza sul fatturato in deciso aumento a 11,1% vs 7,5% del periodo precedente). Prendendo in considerazione anche il margine lordo realizzato nei punti vendita dei clienti, sia Affiliati che Multimarca, il valore a prezzi retail (Iva compresa) delle vendite dei prodotti nel mondo ha raggiunto circa 920 mln. 120 aperture le nuove aperture nel 2021 rispetto alle 94 inizialmente previste, con una view globale, dall’Austria alle Filippine.

ELENCO COMPLETO DELLA AZIENDE PREMIATE.

«Quest’anno – ha dichiarato Andrea Restelli, Partner di Deloitte e responsabile Italia del programma Best Managed Companies – abbiamo premiato 79 realtà italiane che hanno dimostrato eccellenti capacità manageriali in uno scenario internazionale straordinariamente complesso in cui, sin dai primi mesi del 2021, si sono manifestati numerosi ostacoli alla crescita. Oltre agli impatti della pandemia sulle propensioni al consumo e sulla supply chain, gravata da dif¬ficoltà nell’approvvigionamento di semilavorati e da interruzioni nel sistema dei trasporti, abbiamo assistito al rafforzamento delle pressioni inflazionistiche, che hanno raggiunto livelli record e inciso sulle performance aziendali. Anche in questo contesto le aziende premiate hanno dimostrato capacità di reazione, innovazione e mantenuto standard di eccellenza assoluti»

Le aziende vincitrici del Best Managed Companies Award 2022 sono: Alma Petroli, Alpac, Andriani, Beautynova, Beta 80 Group, Biesse, Calligaris Group, Callipo Conserve Alimentari, Candioli Pharma, Convergenze, Custom, D’Amico D&D Italia, Damiano, DIESSE Diagnostica Senese, Ebano, ECOPACK, Elettronica, Enegan, Epta, Essetre, Eurofork, F.lli Ibba, Fantini Group, Faravelli, Farmol, Ferrari Group, Ferrari Trento, FiloBlu, Flash Battery, Florim, Fluid-o-Tech, Franchi Umberto Marmi, Friul Intagli Industries, Gessi, Gibus, Giorgetti, Gruppo Alfaparf Milano, Gruppo Fervo, Gruppo SGR, Gruppo Teddy, Intesi Group, Irritec, Italian Design Brands, L.M.A., Laica, Lincotek Group, Logistica Mediterranea, Lombardini22, Magazzini Gabrielli, Manuli Ryco Group, Marazzato Soluzioni Ambientali, Master Italy, Molteni&C, MOVI, Mutti, Landoll (Nashi), NT Food, NTE Process, NWG Energia, Opocrin, OVERMACH, Pietro Fiorentini, PQE Group, Raselli Franco, RDR, Readytec, ROELMI HPC, SABAF, San Marco Group, Sanlorenzo, SCM Group, SECO, TAPÌ, Tecno, TESI Group, TESYA Group, Unox, Vici & C., Webranking.

Bene ma non benissimo. Dal 2019 a inizio 2022 le cooperative sono diminuite del 7,4 per cento, segno meno anche per gli addetti – 3,1% in contrapposizione alla crescita degli addetti delle imprese con altra forma giuridica. La Regione però fa la sua parte. Ha supportato le cooperative con una pluralità di azioni e interventi “realizzati in collaborazione con le associazioni cooperative maggiormente rappresentative”. Tra il 2018 e il 2022, le imprese cooperative, escluso il settore agricolo, sono state beneficiarie di contributi per 15,4 milioni di euro a fondo perduto grazie alla legge 14/2014 sull’attrattività. Poi ancora: per l’accesso al credito sono stati attivati altri circa 64 milioni di euro di investimento. Ad ogni modo con un fatturato di 33,7 miliardi di euro, 4.548 imprese cooperative e oltre 235 mila addetti che rappresentano il 13,5% dell’occupazione emiliano-romagnola, quasi il 30% del fatturato del settore delle cooperative in Italia è made in Emilia-Romagna.

I dati dal 3° Rapporto biennale sulla Cooperazione 2020-2021.

Il maggior numero di società è quello della logistica, seguito dal sociale e dalle costruzioni. Il numero delle cooperative cresce solamente in due settori, quello della ristorazione e quello del sociale, due dei comparti che con dinamiche differenti sono stati fortemente coinvolti dall’evoluzione pandemica. Gli addetti nelle cooperative crescono nell’agroalimentare, nell’ICT, nel sociale, nei servizi alle imprese e alle persone. Oltre il 70 per cento degli occupati nel settore del sociale opera in società cooperative, percentuale che supera il 40 per cento nei servizi alle imprese, il 30 per cento nella logistica, il 20 per cento nell’alimentare, il 17 per cento nell’agricoltura, il 13 per cento nell’alloggio e ristorazione. Il settore del commercio vale il 40 per cento del fatturato cooperativo dell’Emilia-Romagna, una quota che ha assunto maggior rilevanza negli anni della pandemia quando il settore ha accresciuto il volume d’affari del 6,6 per cento, a fronte di una sostanziale invarianza di quello totale. In aumento anche l’agroalimentare che vale quasi un quarto del fatturato cooperativo; considerando che il commercio cooperativo è essenzialmente costituito dalla grande distribuzione di prodotti alimentari, ne discende che circa due terzi del volume d’affari della cooperazione emiliano-romagnola è connesso alla filiera agroalimentare.

Rimini è la provincia con la minor incidenza sul totale dell’occupazione provinciale (6%), Reggio Emilia quella con il valore maggiore (19%). Oltre il 16% anche Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna. Il numero delle cooperative è in diminuzione in tutte le province, le flessioni più consistenti, oltre il 10 per cento, interessano Modena e Piacenza. Il calo complessivo degli addetti risulta determinato dal calo sostenuto in tre province – Bologna, Piacenza e Rimini – in larga parte attribuibile alla dinamica di poche imprese di dimensioni maggiori. Nelle altre province il numero degli occupati risulta in aumento, in alcuni casi con incrementi superiori a quelli registrati dalle imprese con altra forma giuridica.

È la fotografia del settore cooperativo in Emilia-Romagna emersa dal 3° Rapporto biennale sulla Cooperazione 2020-2021, presentato durante la quinta conferenza regionale della cooperazione, incentrata sul Ruolo della cooperazione nello sviluppo di una società sempre più sostenibile e inclusiva che si è svolta a Bologna.

L’appuntamento si inserisce nella celebrazione del 2 luglio, Giornata internazionale della cooperazione, dedicata quest’anno al contributo che il sistema cooperativo mondiale può dare al raggiungimento, entro il 2030, dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Onu per contrastare la povertà, combattere il cambiamento climatico e garantire l’uguaglianza e l’inclusione di tutti. L’iniziativa, istituita nel 1994 dall’Onu in coincidenza dell’International Cooperative Day dell’Alleanza internazionale delle cooperative (International Co-operative Alliance), si celebra dal 1923.

Nonostante il 2022 per Italian Exhibition Group – IEG inizi molto bene, la quotazione in borsa non ne ha risentito molto (a fine pagina un  commento). Gli eventi svolti nel primo trimestre di quest’anno, infatti, hanno prodotto risultati ritenuti “soddisfacenti” soprattutto per quanto riguarda il settore orafo, mentre quello del gelato con Sigep ha mostrato un po’ di sofferenza a causa delle date della manifestazione ritenute da alcuni operatori troppo prossime all’inizio della stagione estiva pertanto non funzionali – spiega IEG. Restano regolarmente programmate per i prossimi mesi tutte le più importanti manifestazioni organizzate dal Gruppo con l’unica eccezione di HIT Show che è stata posticipata a febbraio 2023.

Ad ogni modo ecco i principali dati finanziari del I trimestre 2022 di IEG comunicati il 10 maggio scorso.

Il valore della produzione del Gruppo si è attestato a 38 milioni di euro, in aumento di 35,6 milioni rispetto ai 2,47 milioni di euro del primo trimestre 2021 nel quale si sono svolti i soli eventi in formato digitale Sigep EXP e We Are.

L’EBITDA del primo trimestre è positivo per 7,0 milioni di euro, in aumento di 14,2 milioni di euro rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente dove si attestava ad una perdita di 7,2 milioni di euro. L’EBIT ammonta a 3,0 milioni di euro, in incremento di 14,4 milioni rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente.

Il risultato prima delle imposte è di 3,3 milioni di euro, in incremento di circa 15,2 milioni rispetto primo trimestre 2021. Il risultato del periodo del Gruppo ammonta a 1,8 milioni di euro, in aumento di 13,7 milioni di euro rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

Il risultato del periodo di pertinenza degli azionisti della Capogruppo ammonta a 2,2 milioni di euro contro la perdita di 11,2 milioni di euro del primo trimestre 2021, registrando una variazione positiva di 13,4 milioni di euro.

UNO SGUARDO AL 2021

Il Consiglio di Amministrazione di Italian Exhibition Group S.p.A. (IEG) l’8 aprile 2021 ha pubblicato  la Relazione Finanziaria Annuale 2021. Qui di seguito i dati di gruppo e della capogruppo.

Il Gruppo conclude il 2021 con ricavi operativi per 102,5 milioni di euro, in aumento del 28,4% (pari a 22,7 milioni di euro) rispetto all’esercizio 2020. L’EBITDA 2021 è pari a 21,6 milioni di euro, in aumento di 19,8 milioni di euro, rispetto al 2020.

Nel corso dell’esercizio sono stati incassati contributi a fondo perduto di carattere non ricorrente per 28,2 milioni a parziale ristoro delle perdite di margine operativo lordo causate dal Covid negli esercizi 2021 e 2020. L’EBIT ammonta a 2,9 milioni di euro, superiore di 24,4 milioni rispetto all’esercizio precedente.

Il risultato prima delle imposte è di -1,0 milioni di euro, in miglioramento di 16,5 milioni di euro rispetto al 2020. Il risultato del periodo del gruppo riporta una perdita di 0,7 milioni di euro, in miglioramento di 11,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente.

Il risultato del periodo di pertinenza degli azionisti della capogruppo si attesta su un risultato positivo di 1,6 milioni di euro contro un risultato negativo di -11,3 milioni di euro a fine 2020, in aumento di 13,0 milioni di euro.

La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2021 ammonta a 105,6 milioni di euro, evidenziando una riduzione dell’indebitamento netto di 23,9 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2020. La posizione “monetaria” – che quindi non tiene conto del debito di 26,7 di euro derivante dall’applicazione dell’IFRS 16, degli eventuali debiti finanziari per future put options pari a 5,8 milioni di euro e del mark to market degli strumenti finanziari derivati per 3,6 milioni di euro – si attesta a 69,6 milioni di euro comportando una riduzione dell’indebitamento per 24,2 milioni rispetto alla fine dell’esercizio 2020.

Il patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2021 ammonta a circa 93,4 milioni di euro in leggero aumento rispetto a quello del 31 dicembre 2020 che era pari a 93,1 milioni di euro.

Il valore della produzione dell’esercizio aumenta di complessivi di 22,7 milioni di euro (+28,4%). La variazione registrata nell’anno è frutto di diversi fattori. In primis si registra un impatto dovuto alla cancellazione degli eventi programmati nella prima metà dell’anno, a causa dei blocchi imposti allo svolgimento delle attività fieristiche e congressuali, complessivamente pari a -50,0 milioni di euro (-62,6%), definito effetto “Covid Cancellati”.

La forte ripartenza del settore fieristico-congressuale avvenuta nella seconda metà dell’anno ha riguardato diffusamente tutte le linee di business ed è stata positiva per 39,9 milioni di euro (+50,0%), definita effetto “Restart”. Tra tutte, si cita nel 2021 lo svolgimento di eventi top per il Gruppo quali, Vicenzaoro September (settembre) ed Ecomondo (ottobre), con conseguente impatto positivo anche sulla linea dei servizi correlati. Positiva di 9,5 milioni (+12,0%) la crescita degli eventi che hanno avuto luogo in entrambi gli esercizi, definito effetto “Organico”. Tale variazione accoglie anche l’ingresso di nuove manifestazioni rispetto al 2020, come Dubai Muscle Show, organizzata dalla controllata HBG Events FZ LLC a Dubai.

I ricavi dei 31 eventi organizzati del 2021 ammontano a 38,5 milioni di euro, in riduzione del 27,4% rispetto all’esercizio precedente, non essendo stata sufficiente la crescita organica e l’effetto “restart” a colmare le perdite degli eventi cancellati.

I ricavi degli eventi organizzati del quarto trimestre 2021 ammontano a 26,0 milioni di euro, in netta crescita rispetto risultati conseguiti nel medesimo periodo dell’esercizio precedente, pari a 7,8 milioni di euro (+18,2 milioni).

Il business degli eventi ospitati ha generato nel 2021 ricavi per 2,1 milioni di euro, grazie allo svolgimento di 8 eventi. Gli Eventi Congressuali accolgono i risultati derivanti dalla gestione delle strutture del Palacongressi di Rimini e del Vicenza Convention Centre (VICC). Nel 2021 i ricavi ammontano a 6,9 milioni di euro, mostrando un incremento di 4,3 milioni di euro (+171%) rispetto al 2020 pari a 2,5 milioni (a differenza della linea di business degli eventi organizzati, i mesi di gennaio e febbraio non sono particolarmente importanti per le attività
congressuali).

I ricavi dell’esercizio 2021 imputabili ai servizi correlati ammontano a 23,0 milioni, in aumento del 10,2% rispetto a quelli del precedente esercizio. Nella seconda parte dell’anno, il ritorno all’attività ha permesso di conseguire crescita organica per 3,1 milioni (+14,9%) e per 13,1 milioni imputabile all’effetto “Restart” (+62,5%). Quest’ultimo effetto ha sostanzialmente compensato l’effetto dovuto alle cancellazioni causa Covid, che su base annua ha generato una riduzione di ricavi rispetto al 2020 pari a 13,3 milioni (-63,4%).

Infine la capogruppo Italian Exhibition Group S.p.A. chiude l’esercizio 2021 con ricavi complessivi pari a 72,6 milioni di euro, un EBITDA di 18,0 milioni di euro e un utile di esercizio pari a 1,6 milioni di euro rispetto alla perdita di 12,7 milioni del 2020.

IL PROFILO DEL GRUPPO

Il Gruppo IEG è attivo nell’organizzazione di eventi fieristici, nell’ospitalità di manifestazioni fieristiche ed altri eventi attraverso la messa a disposizione di spazi espostivi attrezzati, nella promozione e nella gestione di centri congressuali e nella fornitura dei servizi correlati agli eventi fieristici e congressuali, nel settore dell’editoria e dei servizi fieristici connessi ad eventi sportivi ospitati.

L’organizzazione e la gestione degli eventi fieristici è realizzata principalmente presso le seguenti
strutture:

  1. Quartiere Fieristico di Rimini, sito in via Emilia n. 155;
  2. Quartiere fieristico di Vicenza, sito in via dell’Oreficeria n. 16;
  3. Palacongressi di Rimini, sito in via della Fiera n. 23 a Rimini;
  4. Vicenza Convention Center di Vicenza, sito in via dell’Oreficeria n. 16

Italian Exhibition Group S.p.A. è la società Capogruppo nata dal conferimento in Rimini Fiera S.p.A.
dell’azienda condotta da Fiera di Vicenza S.p.A. (ora Vicenza Holding S.p.A.) e dalla contestuale
modifica della denominazione sociale della prima. Il gruppo detiene il 35,3% del capitale sociale di Cesena Fiera attraverso una partecipazione diretta IEG (20%) ed una di Prostand. S.r.l. (15,3%).

Al 31 marzo 2022, la Capogruppo esercita attività di direzione e coordinamento, ai sensi e per gli effetti
dell’art. 2497 bis del Codice Civile, sulle società Fieravicola S.r.l., Prime Servizi S.r.l., Prostand Exhibition Services S.r.l., Summertrade S.r.l., Pro.Stand S.r.l., Italian Exhibition Group USA Inc., FB International Inc., HBG Events FZ Llc, Italian Exhibition Group Brasil Eventos Ltda.

Il gruppo detiene il 35,3% del capitale sociale di Cesena Fiera attraverso una partecipazione diretta IEG (20%) ed una di Prostand. S.r.l. (15,3%).

Il Consiglio di Amministrazione è stato nominato dall’Assemblea degli Azionisti svoltasi il 29 aprile 2021
e rimarrà in carica fino al verificarsi del primo tra i seguenti eventi: efficacia della fusione per incorporazione di Bologna Fiere S.p.A. ovvero per tre esercizi e quindi fino all’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.

Il Consiglio di Amministrazione tenutosi in data 29 aprile 2021 ha confermato Corrado Peraboni (foto di copertina) quale Amministratore Delegato e Chief Executive Officer incaricato dell’istituzione e del mantenimento del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi ai sensi della Raccomandazione 32 lettera b) del Codice di Corporate Governance emanato dal Comitato per la Corporate Governance ed adottato dalla società.

L’ANDAMENTO IN BORSA

Il Gruppo IEG è quotato sull’Euronext – il mercato finanziario e borsa valori pan-europea che gestisce, tra le altre anche le Borse di Parigi e Milano – dal 19/06/19 (codice ISIN: IT0003411417). Il prezzo di collocamento è stato di 3,7 euro per azione. Grazie a questa operazione sono stati raccolti sul mercato 19,9 milioni di euro. Dopo un picco a 4,79 in data 24/01/2020, il titolo il 06/11/2020 ha toccato il minimo storico a 1,54.

Nonostante i dati positivi comunicati il 10 maggio, IEG non ha reagito e permane così ancora in una fase abbastanza critica con una quotazione in area 2,30-2,60. Solo oltre questa soglia – a mio avviso – si potrebbe parlare di inversione di tendenza. Qui di seguito il grafico tratto dal sito borsaitaliana.it (ultimo dato: 23/05/2022).

I giovani ci credono e ci provano. Però devono essere sostenuti, anche in maniera mirata rispetto ai settori. Cosi ha detto Roberto Albonetti (foto), Segretario generale della Camera di commercio della Romagna. “Considerato che i giovani non dispongono di grandi liquidità, è fondamentale anche il sostegno finanziario, in particolare con finanziamenti a tasso zero o contributi a fondo perduto. Infine, occorrono interventi che favoriscano il fare impresa dei giovani nei vari settori manifatturieri. La percentuale di giovani imprenditori operanti nel settore manifatturiero, infatti, risulta bassa, ma se la ripresa economica deve passare necessariamente da un forte rilancio industriale dell’economia italiana, è opportuno che tale rilancio tragga un contributo importante anche dalla componente imprenditoriale giovanile”.

LA SITUAZIONE

Sulla base dei dati censiti dalla Camera di Commercio della Romagna al 31 dicembre 2021 nel territorio di Forlì-Cesena e Rimini si contano 4.872 imprese giovanili attive, che costituiscono il 6,8% del totale delle imprese attive, con un livello leggermente inferiore al dato regionale (7,3%) e nazionale ( 9,2%).

Nel confronto con il 31 dicembre 2020 si riscontra un aumento delle imprese giovanili del 3,0%.

I principali settori economici sono Commercio (27,9% delle imprese giovanili), Costruzioni (16,7%), Alloggio e ristorazione (13,2%), Agricoltura (7,0%), Altre attività di servizi (prevalentemente servizi alle persone) (6,3%), Industria Manifatturiera (5,8%), Attività professionali, scientifiche e tecniche (4,8%) e Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (4,3%).

In termini di variazione annua si registra un +7,5% nelle Costruzioni, +0,3% nell’Agricoltura, +6,0% nel Manifatturiero, +18,4% nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche e +12,3% nel settore Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese. In calo, invece, Commercio (-0,4%), Alloggio e ristorazione (-1,7%) e Altre attività di servizi (-4,0%).

Le imprese giovanili con la maggior incidenza percentuale sul totale delle imprese attive appartengono ai seguenti settori: Attività finanziarie e assicurative (10,3%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (9,6%), Altre attività di servizi (9,4%), Attività professionali, scientifiche e tecniche (8,7%), Alloggio e ristorazione (8,6%), Informazione e comunicazione (8,4%) e Commercio (8,2%).

Riguardo alla natura giuridica, la maggior parte delle imprese giovanili sono imprese individuali (74,9% del totale), seguite, a distanza, dalle società di capitale (15,9%) e società di persone (8,5%); nel confronto con l’anno precedente crescono le imprese individuali (+3,2%) e le società di capitale (+4,6%) mentre calano le società di persone (-1,4%).

LA DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE

Sfiorano le 110 mila unità le imprese presenti in Romagna (109.751). Più precisamente sui territori di Rimini e Forlì-Cesena al 31/10/2021 risultano attive 71.362 imprese (sedi), in aumento rispetto al 31/10/2020 (+1,0%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 97 imprese attive ogni mille abitanti (89 in Emilia-Romagna, 87 in Italia). I principali settori di attività economica del territorio Romagna sono quelli afferenti ai Servizi (27,1% del totale delle imprese attive), il Commercio (23,1%), le Costruzioni (15,1%), Agricoltura e pesca (12,2%), Alloggio e ristorazione (10,6%) e l’Industria Manifatturiera (8,4%).

Per quanto riguarda Ravenna a fine dicembre 2021 lo stock complessivo delle imprese registrate a Ravenna ammontava a 38.389 unità e si registra un tasso di crescita relativa, rispetto all’anno della piena pandemia, pari a +0,27% (+0,76% mediamente in Emilia-Romagna e +1,42% in Italia). Dal punto di vista delle dinamiche settoriali, crescono l’edilizia (+144 il saldo totale dello stock rispetto al 2020), il cui trend risente positivamente della performance dell’artigianato (+107 unità) ed è il comparto che cresce di più. In aumento anche il complesso dei servizi orientati alle imprese (+143), di cui +64 unità per le attività immobiliari, +34 per quelli professionali e scientifiche, +35 per il noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto e +10 aziende nel campo dell’ICT. Segno più anche per il credito (+3 unità).